Difference between revisions of "Dipendenze a distanza"
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Revision as of 17:41, 28 October 2008
Il termine generico "dipendenze a distanza" (unbounded distance constructions, long-distance dependencies) è spesso usato in letteratura per racchiudere diversi fenomeni:
- topicalizzazioni:
- [Nel cassetto]i, ti ho detto che l'ho messo i.
- [Someone like Mary]i, I wouldn't ask @i anything.
- frasi relative:
- Biagio mi ha restituito il libro chei gli avevo prestato @i.
- Biagio mi ha portato il libro chei aveva promesso di prestarmi @i.
- Mary read the book thati John had lent @i her
- wh-questions:
- [Che libro]i hai comprato @i ieri?
- [Che libro]i ha detto Diego che Gabriella ha comprato @i ieri?
- [Which book]i did Mary buy @i yesterday?
- John asked [which book]i Mary bought @i yesterday.
- scissioni:
- È stato Andreai, che Biagio ha rimproverato @i.
- It was John whoi Mary asked @i something.
Tutti i fenomeni elencati comportano la dislocazione di un costituente (a volte chiamato filler, riempimento), che non si trova più in situ ma in un'altra posizione (a volte chiamata gap, o trace, traccia, che indichiamo negli esempi presenti in questo articolo con il simbolo "@"). Fenomeni di questo tipo sono quindi un problema nell'analisi sintattica delle lingue a ordine fisso, in cui si deve tener conto di cambiamenti nell'ordine dei costituenti, e in particolare sono problematici per quei formalismi fortemente basati sull'ordine lineare, come la Phrase Structure Grammar. Sono invece più elastici da questo punto di vista altri modelli, come la Dependency Grammar.
Un formalismo che descriva questi fenomeni deve quindi rendere conto di alcune cose:
- la posizione del costituente non in situ;
- la relazione di dipendenza tra il costituente non in situ e il suo posizionamento "non marcato";
- il fatto che queste relazioni non abbiano restrizioni sulla distanza tra il costituente non in situ e il suo posizionamento "non marcato" (se non ovvie restrizioni legate a risorse fisiche della memoria del parlante).
Contents
Altri tipi di dipendenze a distanza
Altri fenomeni sono a volte compresi nella famiglia delle dipendenze a distanza, a volte considerati una "classe minore" (weak unbounded dependencies contro strong unbounded dependencies):
- tough-constructions
- Leonardoi è sempre stato molto difficile da convincere __i.
- Maryi is tough to fooli.
- estrazione del soggetto:
- [Chi]i __i deve ancora arrivare?
- [Who]i __i is still to come?
(riportiamo separatamente il problema dell'estrazione del soggetto, più frequentemente ricondotto alle Wh-questions e considerato un problema distinto per l'approccio HPSG)
- estrazione del modificatore:
- [Per quanto tempo]i Vincenzo corre nel parco ogni mattina __i?
- [For how many years]i, had Mary thought that John had loved her __i, before she found out that he was cheating on her?
- vuoti parassitari:
- [Which president]i did articles about __i call __i a racist? (ma: * Whoi were articles about __i very revealing?)
Le dipendenze a distanza in un approccio trasformazionale
Nella teoria Generativo-Trasformazionale (Chomsky 1965) le dipendenze a distanza venivano spiegate con il movimento di un costituente dalla sua posizione standard nella frase non marcata: esisterebbe una struttura profonda ("deep structure" o "d-structure") in cui il costituente si trova in situ, e un processo di movimento genererebbe una struttura superficiale ("surface structure" o "s-structure") in cui il costituente non è più in quella posizione. Per tenere conto di questi fenomeni si postulavano operazioni di "cancellazione" e di "riscrittura". Erano tuttavia necessari maggiori vincoli sul tipo di operazioni effettuabili, perché la grammatica rischiava di ipergenerare.
Chomsky (1973) assumeva quindi a livello di struttura superficiale l'esistenza di una traccia, fonologicamente vuota, co-indicizzata con il costituente estratto, nella posizione da cui si è effettuata la cancellazione (o il "movimento"). Si veda l'esempio:
- [Someone like Mary]i, I wouldn't ask @i anything.
L'elemento in parentesi quadre non è in situ, ma il suo movimento lascia un gap (un vuoto) o, più precisamente, una categoria vuota (la traccia).
L'assunzione di una traccia, e di un meccanismo di associazione tra la traccia e l'elemento estratto dovrebbero trovare prova psicolinguistica. Inoltre, assumere l'esistenza di processi di movimento richiederebbe una distinzione tra classi di frasi senza movimento (e quindi di più rapida e facile elaborazione) e classi di frasi con movimento (e quindi di più complessa e lenta elaborazione). Una frase come "I wouldn't ask someone like Mary anything" sarebbe quindi meno complessa di "Someone like Mary, I wouldn't ask anything".
Traccia e componente trasformazionale sono quindi stati spesso bersaglio di critiche da parte di altre correnti teoriche, che hanno proposto modelli di estrazione e dipendenze a distanza differenti.
Il problema della trasformazionalità
Le prime ricerche psicolinguistiche volte a dimostrare l'esistenza di meccanismi analoghi alle trasformazioni sintattiche nella comprensione di frasi da parte di parlanti (operazioni di detrasformazione, o trasformazione inversa) non hanno avuto un buon esito (Fodor 1978). Frasi per cui si postulava un numero di operazioni di trasformazione maggiore non si rivelavano più complesse da interpretare di altre più vicine a una "struttura profonda". Piuttosto, sembra che in comprensione i parlanti interpretino incrementalmente almeno alcune parti di ciò che sentono, integrandole in una prima struttura sintattica, senza aspettare ulteriori input; semmai analisi sintattiche sbagliate sono rivedute in tempo reale secondo meccanismi di rianalisi.
Esistono diversi formalismi sintattici non trasformazionali, come la Dependency Grammar (e la sua versione Word Grammar di Hudson), la Phrase Structure Grammar di Gazdar, la Tree-Adjoining Grammar e la Head-driven Phrase Structure Grammar (HPSG).
La PSG di Gazdar e le dipendenze a distanza
Gazdar (1981) propone di eliminare la componente trasformazionale della Grammatica Generativa, assumendo che una PSG (Phrase Structure Grammar), con l'aggiunta di alcuni simboli complessi possa rendere conto di fenomeni come le dipendenze a distanza.
I nuovi simboli sono del tipo S/S, S/NP, NP/NP e NP/S. La notazione è così spiegata: un nodo A/B governerà un nodo di tipo A, che a sua volta governerà un sottoalbero contenente un "buco" (hole, traccia) di tipo B.
A queste nuove categorie si aggiunge un insieme di regole derivate dalle regole base. Ad esempio ("Q" sta per "Question"):
- S/NP -> NP VP/NP
- Q -> NP S/NP
Un nodo di tipo S/NP governerà un nodo di tipo S (una frase dichiarativa), che a sua volta governerà un sottoalbero contenente un "buco" di tipo NP (e il sottoalbero sarà dunque più o meno ramificato, senza vincoli di distanza tra il nodo radice e il nodo complesso che incude la traccia). Ad esempio, si vedano i seguenti passaggi di riscrittura:
- S -> NPi S/NPi
- S -> NPi NP VP/NPi
- S -> NPi NP ha comprato @i
- S -> NPi Chiara ha comprato @i
- S -> Dei librii Chiara ha comprato @i
VP/NP potrà dunque rendere conto di un sintagma che ha al suo interno ha un "buco", e il meccanismo di riscrittura permette al nodo radice S/NP di ereditarne la traccia fino al suo riempimento.
Riferimenti bibliografici
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- Chomsky, Noam. 1965. Aspects of the theory of syntax. Cambridge, Mass.: MIT Press.
- Chomsky, Noam. 1973. Conditions on Transformations. In: S.R. Anderson and P. Kiparsky (eds), A Festschrift for Morris Halle. London: Holt, Rinehart & Winston.
- Chomsky, Noam. 1981. Lectures on Government and Binding. Dordrecht: Foris.
- Crain, S., Fodor, J.D. 1985. How can grammars help parsers?. In: D.R. Dowty, L. Karttunen, A.M.Zwicky (Eds.), Natural Language parsing: Psychological, computational and theoretical perspectives. Cambridge: Cambridge University Press.
- Fodor, Janet Dean, 1978. Parsing strategies and constraints on transformations. In: Linguistic Inquiry, 8, 427-473.
- Gazdar, Gerald. 1981. Unbounded Dependencies and Coordinate Structure. In: Linguistic Inquiry, 12, 155-184.
- Kaan, E., Harris, A., Gibson, E., Holcomb, P. 2000. The P600 as an index of syntactic integration difficulty, Language and Cognitive Processes 15, 159– 201.
- Lasnik, Howard & Saito, Mamoru. 1992. Move alpha: Conditions on Its Application and Output. Cambridge, Mass.: MIT Press.
- Nicol, J.L. 1993. Reconsidering activation. In: Gerry T. M. Altmann, Richard Shillcock, Cognitive Models of Speech Processing: The Second Sperlonga Meeting. Psychology Press.
- Pickering, Martin & Barry, Guy. 1991. Sentence processing without empty categories. In: Language and Cognitive Processes, 6, 229-259.
- Phillips, C., Kazanina, N., Abada, S. 2005. ERP Effects of the Processing of Syntactic Long-distance Dependencies. In: Cognitive Brain Research, 22, 407-428.
- Pollard, C., Sag, Ivan A. 1994. Head-Driven Phrase Structure Grammar.
- Sag. Ivan A., Pollard, C. 1994. Extraction without traces. In: West Coast Conference on Formal Linguistics, 365-384. Stanford Linguistics Association.
- Stowe, L.A. 1986. Parsing WH-constructions: Evidence for on-line gap location. In: Language and Cognitive Processes, 1, 227-245.
- Swinney, D., Ford, M., Frauenfelder, U., Bresnan, J. 1988, On the temporal course of gap-filling and antecedent assignment during sentence comprehension. In: B. Grosz, R. Kaplan, M. Macken, I. Sag (Eds.), Language structure and processing, Stanford. Calif.: CSLI.
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