Azionalità

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Il termine Azionalità è usato per indicare una specifica componente del significato di un verbo, che riguarda il tipo di evento descritto dal verbo, ed è particolarmente interessante per i riflessi che ha sulla sintassi del verbo. I verbi telici descrivono eventi che tendono verso un fine, un completamento. Se il verbo è telico, il completamento dell'azione è necessario per dire che l'azione è effettivamente avvenuta.

  • telico: "Chiara prepara la torta"
  • non telico: "Chiara canta in cucina"

Ad esempio, se si dice che Chiara stava preparando una torta, è necessario che la torta sia finita per dire che Chiara ha preparato una torta; se invece Chiara viene interrotta, non sappiamo se la torta è stata finita (Chiara stava preparando una torta, ma poi ha rotto la teglia), quindi non possiamo dire che Chiara ha preparato una torta. Preparare una torta è quindi un verbo telico. Se invece diciamo che Chiara stava cantando in cucina, se viene interrotta (Chiara stava cantando in cucina, quando ha rotto la teglia), possiamo comunque dire che Chiara ha cantato (..fino a quando non ha rotto la teglia!)

L'avverbiale "in x tempo" non è compatibile con verbi non telici:

  • "Chiara ha preparato una torta in due ore" vs. *"Chiara ha cantato in due ore"

"Da x tempo" si comporta in modo diverso con valori aspettuali diversi: con strutture morfologiche di valore perfettivo mantiene la telicità, mentre con altre, di valore imperfettivo, conferisce al verbo la struttura di un evento non telico:

  • "Chiara ha messo la torta in forno da mezz'ora" (ovvero l'evento telico si è concluso mezz'ora fa)
  • "Chiara sta mescolando l'impasto da mezz'ora" (ovvero l'evento non telico ha avuto inizio mezz'ora fa)

Sottotipi

duratività dinamicità telicità
States + - -
Activities + + -
Achievements - + +
Accomplishments + + +

States

I verbi di state sono durativi, non dinamici e non telici, che esprimono qualità, abitudini, abilità e altre caratteristiche, permanenti o transitorie, possedute dal soggetto.

  • "Chiara sa la ricetta a memoria"
  • "Queste fragole non sono mature"

Le condizioni denotate dai verbi stativi possono essere permanenti o transitorie. Si distingue quindi spesso tra stativi permanenti e stativi non-permanenti. Gli stativi non-permanenti, a differenza dei permanenti, sono compatibili con espressioni temporali che ne riducono il campo di azione:

  • stativo permanente: ?? "Chiara ha gli occhi azzurri da due anni "
  • stativo non-permanente: "Chiara conosce Luca da due anni"

Activities

I verbi di activity sono durativi, non telici e dinamici, che descrivono processi o attività

  • "Chiara mescola l'impasto"
  • "Chiara canta mentre cucina"

Achievements

I verbi di achievement sono non durativi, telici e dinamici, che descrivono in genere cambi di stato

  • "La torta è caduta dal tavolo e si è ridotta in poltiglia"
  • "Il bambino di Chiara è nato pochi giorni fa"

A volte sono assimilati ai verbi di achievement anche verbi non durativi che però non sono telici (semelfattivi, vedi più avanti)

Accomplishments

I verbi di accomplishment sono durativi, telici e dinamici. In genere in italiano sono verbi di activity "telicizzati" dalla presenza di un oggetto

  • "Chiara cucina una torta"
  • "Chiara scrive la ricetta della torta su un quaderno"

Altre categorie

Le categorie vendleriane appena descritte non esauriscono necessariamente il panorama dei comportamenti azionali. In letteratura ne sono state aggiunte altre, più o meno rilevanti, che hanno arricchito la tassonomia vendleriana.

Semelfattivi o puntuali

Con il termine puntuali o semelfattivi si fa riferimento a quei verbi dinamici e non durativi (concettualizzati come istantanei) che però non sono caratterizzati da telicità, come invece gli achievements.

La loro atelicità li rende compatibili (a differenza degli achievements) con avverbiali del tipo "per x tempo" che, se utilizzati con verbi puntuali, restituiscono un'interpretazione iterativa. Sono invece incompatibili con avverbiali (perfettamente accettabili con degli achievements) come "in x tempo" o "ci ha messo 'x' tempo per":

  • puntuale: "Chiara starnutì per tre ore"
  • achievement: * "Il figlio Chiara è nato per tre ore"
  • puntuale: ? "Ci ha messo tre ore per singhiozzare"
  • achievement: "Al figlio Chiara sono servite tre ore per nascere" (accettabile, perché le "tre ore" sono intese come una "fase preparatoria" necessaria per il cambiamento di stato descritto)

Si noti che "per x tempo" con i puntuali indica il protrarsi di una catena di piccoli eventi puntuali ripetuti, non di un unico evento di durata x, mentre con un verbo di achievement "per x tempo" indica il protrarsi del risultato dell'achievement ("Chiara è partita per tre ore" non indica una serie di partenze ripetute nell'arco di tre ore, ma il fatto che Chiara è assente per tre ore).

Gradual completion verbs (incrementativi)

Una delle classi che possono arricchire la tassonomia vendleriana è quella individuata da Bertinetto e Squartini (1995), i gradual completion verbs o incrementativi, come ad esempio crescere, ingrassare, ingiallire.

Si tratta di verbi che fortemente caratterizzati dal punto di vista semantico, che esprimono una graduale progressione verso un obiettivo più o meno definito (sono quindi [+durativi] e [+dinamici]). Essi dimostrano però un comportamento ambiguo, in particolare se coniugati secondo un tempo perfettivo, come ad esempio nella frase "La pianta è cresciuta":

  • se crescere = "diventare grande", la frase indica che è stato raggiunto l'obiettivo della crescita;
  • se crescere = "diventare più grande [rispetto a uno stadio precedente]", la frase indica che è stato raggiunto uno stadio nuovo, ma non necessariamente conclusivo, in cui la pianta è più grande di prima.

Entrambe le accezioni di un verbo incrementativo indicano comunque un cambio di stato (benché, nel secondo caso, transitorio) e sono compatibili con il test di telicità "in x tempo", quindi gli incrementativi possono essere considerati dei telici.

Tuttavia, essi presentano delle caratteristiche particolari che li distinguono da dei normali verbi di accomplishment e dai verbi di activity:

  • sono compatibili sia con avverbi come "poco / molto" che con "gradualmente" (si noti che gli accomplishment sono compatibili solo con "gradualmente" e le activity solo con "poco / molto")
  • sono compatibili con avverbi di significato intrinsecamente comparativo, purché venga mantenuto tale significato ("di poco", "di molto", "di parecchio", "ulteriormente", "sensibilmente", "appena", "apprezzabilmente")

Fenomeni correlati

Aspetto e Azionalità

Ogni verbo esprime informazione di tipo temporale, aspettuale, modale, ma anche azionale. Spesso l'Azione viene confusa con l'Aspetto: è importante notare però che si tratta di componenti diverse. L'Azione infatti, riguarda il tipo di evento (ed è quindi una sua proprietà), la seconda invece riguarda il modo in cui il parlante guarda all'evento, ed è quindi strettamente legata al punto di vista del parlante.

L'Azione infatti non è generalmente intaccata dalla coniugazione verbale: preparare una torta sarà un verbo di achievement (durativo, telico, dinamico) a prescindere dalla sua forma.

  • aspetto imperfettivo: "Chiara sta preparando una torta"
  • aspetto perfettivo: "Chiara ha preparato una torta"

Il problema dell'interazione tra Azione del verbo e contesto sarà approfondito nel paragrafo successivo.

Opposizioni infralessicali, ibridismo azionale, commutazione azionale

Opposizioni infralessicali e ibridismo azionale

Esistono tuttavia verbi che variano il proprio valore azionale in contesti morfo-sintattici differenti. Elementi contestuali come l'aspetto verbale o l'animatezza del soggetto possono contribuire a cambiare il valore azionale del verbo.

  • aspetto perfettivo, achievement: "Chiara impugnò il matterello, e si mise a stendere la pasta"
  • aspetto imperfettivo, state: "Chiara impugnava minacciosa il matterello, per dissuadere il gatto dall'avvicinarsi"
  • aspetto imperfettivo e soggetto inanimato, state: "La finestra della cucina dava sul cortile" (mentre: * "La finestra della cucina ha dato sul cortile")
  • aspetto perfettivo e soggetto animato, achievement: "Chiara ha dato al gatto un pezzo di pasta della torta"

Tali alternanze sono state descritte per l'italiano da Lucchesi (1971), che le chiama opposizioni infralessicali. Esse caratterizzano in realtà moltissimi verbi italiani, che presentano quindi una vera e propria polisemia tra valori azionali differenti (ibridismo azionale, Bertinetto 1986).

  • state: "Conosco Chiara da quattro anni"
  • achievement: "Ieri ho conosciuto Chiara"

Un'altra alternanza frequente in italiano è quella che manifestano verbi di activity come disegnare, cantare, che possono essere resi telici dalla presenza di un oggetto:

  • "Chiara canta in cucina" vs. "Ieri sera Chiara mi ha cantato una romanza"
  • "Chiara disegna svogliatamente su un vecchio giornale" vs. "Chiara ha disegnato il suo gatto su un foglio di carta"

Commutazione azionale

L'ipotesi della coercizione

Secondo alcuni autori, come Pustejovsky (che parla di "coercizione azionale", Pustejovsky e Bouillon 1995) o Rothstein (che parla di "Aspectual shift", Rothstein 2004), il contesto sintattico può inoltre intervenire sull'interpretazione azionale prototipica di un evento, modificandola. A differenza dell'ibridismo, coinvolge verbi poco polisemici.

Ad esempio, un verbo tipicamente non durativo come arrivare in italiano o in inglese può essere comunque riportato con la perifrasi progressiva, ma questa operazione avrebbe come risultato una commutazione azionale (o Aspectual shift, Rothstein 2004).:

  • "Il gatto sta arrivando alla torta"
  • "The cat is reaching the cake"

Il verbo non durativo è quindi riportato alla struttura di un telico durativo, con alcune restrizioni:

  • la conclusione non può essere troppo lontana (la frase è poco accettabile se il gatto è molto lontano dalla torta)
  • la conclusione non può essere esplicitamente falsificata (?? "il gatto sta arrivando alla torta, ma la torta è riposta nella credenza, chiusa a chiave")
  • non sono consentite pause nel percorso

Un altro esempio di commutazione azionale (anch'esso descritto da Rothstein 2004) è la costruzione risultativa, molto diffusa in inglese ma non in italiano:

  • "Mary sang the baby asleep"
  • "Mary hammered the metal flat"
  • "Reclutant to let him go, the audience clapped the singer off the stage"

La costruzione risultativa trasforma dei verbi di activity, ovvero dinamici, durativi e non telici (intransitivi, come to sing, o transitivi, come to hammer) in degli accomplishments derivati (dinamici, durativi ma telici), imponendo loro un oggetto e una struttura non omogenea e incrementale tipica dei telici durativi.

Un'altra ipotesi

Secondo altri invece, l'esistenza di queste restrizioni indica che non c'è vera e propria commutazione, ma che si tratta di proprietà intrinseche alla categoria degli achievement, e che quindi sarebbe improprio parlare di "accomplishment derivato" per gli achievement al progressivo. Il progressivo degli achievement sarebbe invece vago tra un'interpretazione "al rallentatore" e un'interpretazione prospettica (Dowty 1979; Landman 1992; Portner 1998).

L'Azione nelle lingue: un confronto con le lingue slave

Il dominio semantico dell'Azionalità può essere veicolato in modo più o meno esplicito nelle varie lingue e può avere diverse articolazioni sia nel lessico che nella morfologia.

Dal punto di vista del lessico, esistono lingue più flessibili, come l'italiano, e lingue più rigide come, le lingue slave. Nelle lingue slave esistono lessemi cosiddetti "perfettivi" di valore azionale inerentemente telico e lessemi "imperfettivi", inerentemente non telici. In queste lingue la commutazione azionale sarebbe impossibile: la stessa marca morfologica di passato, con un verbo "perfettivo" (quindi telico) come il russo napisat' ne restituisce una lettura perfettiva, mentre con il suo corrispettivo atelico pisat' restituisce un valore aspettuale imperfettivo:

  1. "On pisal pisma" (egli scriveva lettere - senza terminarle)
  2. "On napisal pismo" (egli scrisse - tutte - le lettere, terminandole)

Coppie di verbi di significato affine, ma di valore azionale differente sono osservabili anche in tedesco ("backen"/"verbachen", "brennen"/"anbrennen") o in italiano ("dormire"/"addormentarsi", "sedersi"/"sedere" o "stare seduti"), ma in queste lingue il fenomeno è più circoscritto.

Sinonimi

Altri termini utilizzati per l'Azionalità sono:

  • Azione
  • Aspetto oggettivo
  • Aspetto lessicale (Rothstein 2004)
  • Significato intrinseco (Comrie 1976)

Nei testi in lingua italiana, si fa spesso riferimento alle categorie vendleriane con i seguenti termini:

  • "Stati" o "Stativi" per i verbi di State
  • "Attività" o "Processi" per i verbi di Activity
  • "Trasformativi" per i verbi di Achievement
  • "Risultativi" per i verbi di Accomplishment

Origine

Il termine Azionalità è la traduzione del tedesco Aktionsart, originariamente utilizzato da Agrell (1908).

Vedi anche

Altre lingue

English Actionality

German Aktionsart

Bibliografia

  • Agrell, S. 1908. Aspektänderung und Aktionsartbildung beim polnischen Zeitworte: Ein Beitrag zum Studium der indogermanischen Präverbia und ihrer Bedeutungsfunktionen. Lunds Universitets Arsskrift, new series, I, iv.2.
  • Bertinetto, P. M. 1986. Tempo, Aspetto e Azione nel verbo italiano. Il sistema dell’indicativo. Firenze, Accademia della Crusca.
  • Bertinetto, P. M. e Squartini, M. 1995. An attempt at defining the class of gradual completion verbs, in (P.M. Bertinetto, V. Bianchi, J. Higginbotham, M. Squartini) Temporal Reference, Aspect and Actionality: Semantic and Syntactic Perspectives. Torino, Rosenberg & Sellier.
  • Cinque, G. 1979. Can one still talk of predicates as being 'stative' and 'non-stative'? in Studi di sintassi e pragmatica, Padova.
  • Comrie, B. 1976. Aspect, Cambridge, Cambridge University Press.
  • Dowty, D. R. 1977. Toward a semantic analysis of verb aspect and the English 'imperfective progressive' . Linguistics and Philosophy. 1: 45-78.
  • Lakoff, G. 1979. Stative adjectives and verbs. Harvard Computational Laboratory Report, n.NSF-17. trad. it. in (G. Cinque) La semantica generativa, Torino.
  • Landman, F. 1992. The progressive. Natural Language Semantics. 1: 1-32.
  • Lee, D. 1973. Stative and case grammar. Foundations of Language, 8.
  • Lucchesi, V. 1971. Fra grammatica e vocabolario. Studio sull'aspetto del verbo italiano, in Studi di grammatica italiana, 1.
  • Mittwoch, A. 1991. In defense of Vendler's achievements, Belgian Journal of Linguistics 6 (Perspectives on aspect and aktionsart).
  • Portner, P. 1998. The progressive in modal semantics. Language. 74: 760-787.
  • Pustejovsky e Bouillon. 1995. Aspectual Coercion and Logical Polysemy, in Journal of Semantics. 12.
  • Rothstein, S. 2004. Structuring Events - A Study in the Semantics of Lexical Aspect. Blackwell Publishing.
  • Vendler, Z. 1967.Verbs and Times, in Linguistics in Philosophy. Cornell University Press, Ithaca, NY.